API OPERAIE parte II-cosa fanno le api operaie?

API OPERAIE parte II-cosa fanno le api operaie?

Aprile 12, 2021 Api operaie Il superorganismo alveare 0
Api operaie-mansioni e ruoli

Nel corso della loro vita le api operaie svolgono tutte le mansioni e i ruoli necessari alla sopravvivenza dell’alveare  e ogni parte del corpo ha una funzione specifica.

I primi due giorni di vita sono dedicati alla pulizia delle celle e al riscaldamento della covata. Per regolare la temperatura della covata appoggiano il torace sull’opercolo della celletta e rimangono immobili in questa posizione per circa mezz’ora. Un altro modo è infilarsi nelle celle vuote in mezzo alla covata per trasferire il calore alle celle adiacenti. Le nuove nate puliscono le celle e le rivestono di propoli per accogliere nuova covata.

Dal terzo/quarto giorno svolgono attività di nutrici. Prima si occupano delle larve più anziane con miele, polline e acqua. Quando entrano in funzione le ghiandole per la produzione della pappa reale, si prendono cura delle larve più giovani o della regina. 

Tra il decimo e il sedicesimo giorno si trasformano in api ceraiole. Entrano infatti in funzione le ghiandole ceripare e l’ape si può dedicare a costruire o riparare i favi. Nello stesso periodo alcune ricevono e immagazzinano miele e polline e altre si dedicano alla pulizia dell’alveare. Rimuovono con le mandibole eventuali api morte o corpi estranei e li portano all’esterno.

Il diciottesimo e il diciannovesimo giorno segnano le prime uscite dall’alveare delle future bottinatrici con i voli di soleggiamento (o orientamento). E’ possibile ammirare questi voli dall’alba al tramonto davanti all’arnia. 

A circa 20 giorni si dedicano alla difesa dell’alveare e dal ventunesimo giorno fino alla morte sono bottinatrici vere e proprie. Raccolgono cibo, acqua e propoli. Si stima che solo il 5% delle bottinatrici raccolga contemporaneamente polline e nettare, solitamente si dedicano o all’uno o all’altro.

Le api aspirano Il nettare e la melata con la ligula (proboscide tubolare formata dalle mascelle allungate che si uniscono al labbro inferiore). Li immagazzinano poi nella sacca melaria che ha una capacità di circa 70 mg. Qui entrano in contatto con le secrezioni salivari ed inizia la trasformazione in miele. Il polline invece viene umettato con nettare rigurgitato e radunato nelle cestelle delle zampe oppure viene raccolto passivamente dalla peluria del corpo. Questo è possibile grazie alla carica elettrostatica opposta che c’è tra l’ape e il fiore. L’ape poi lo spazzola usando tutte le zampe per radunarlo in quelle inferiori. Il polline umettato riceve anche dei batteri che lo renderanno più digeribile e conservabile.

Le bottinatrici volano ad una velocità media di 20 km/h e in genere rimangono ad una distanza di circa 3 km dall’alveare. In condizioni di assenza di fonti di cibo e acqua però possono arrivare anche a 12 km. Quindi un alveare può coprire mediamente un’area di 400 km2. Un ape può visitare circa 3000 fiori al giorno. Si stima che per la produzione di mezzo chilo di miele le api visitino, e quindi impollinino, circa 25 milioni di fiori!!

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